Assistenza e welfare

Nella consiliatura che sta per concludersi vi è stata una radicale trasformazione dei regolamenti assistenziali. L’analisi delle prestazioni erogate nel corso degli anni ha permesso alla governance di valutare in modo puntuale gli effettivi bisogni degli iscritti, modellando il nuovo regolamento in modo da soddisfare le nuove esigenze assistenziali.

Il nuovo regolamento si fonda su quattro pilastri principali che interpretano le richieste di aiuto provenienti dalla base. Senza dubbio la tutela della salute costituisce un aspetto primario dell’azione innovatrice, andando ad ampliare le prestazioni esistenti per assicurare una copertura più ampia degli eventi avversi.

Le profonde trasformazioni del mondo del lavoro incidono anche nell’attività di noi periti industriali liberi professionisti e conseguentemente l’aver predisposto forme assistenziali mirate a sostenere il professionista nell’acquisizione di nuove competenze e nella trasformazione dei propri studi professionali rappresenta un pilastro fondamentale nell’attività assistenziale.

Accanto a queste innovative forme assistenziali, aver mantenuto i sostegni alla famiglia per le calamità naturali consente di completare il perimetro dell’offerta assistenziale.

Per il futuro riteniamo che la strada intrapresa, prevedendo il doppio binario – welfare assistenziale e welfare attivo – consenta un costante aggiornamento delle tutele per adeguarle ai nuovi bisogni derivanti dai cambiamenti degli scenari economici e sociali all’interno dei quali ci troviamo a vivere e a svolgere la nostra attività professionale.

Questo approccio permette a tutti noi di beneficiare delle prestazioni che il nostro Ente di previdenza ci garantisce, anche alla luce delle sempre minori forme di assistenza provenienti dal pubblico.

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I primi cento giorni

All’interno degli obiettivi strategici e di grande respiro contenuti nel programma, nei primi mesi del prossimo mandato sarà necessario elaborare alcune misure per rafforzare e rendere più incisiva e inclusiva l’azione dell’ente.

Tutti gli iscritti sono uguali davanti alla legge, ma quelli che si trovano ad affrontare difficoltà o quelli che hanno avuto un percorso professionale meno fortunato, meritano un’attenzione particolare. Siamo perfettamente consapevoli che esistono iscritti che non riescono, per un concorso di fattori dati da vincoli ambientali e ritardi nello sviluppo del territorio, a generare redditi sufficienti per mantenere uno standard di vita idoneo a far fronte a tutti gli impegni derivanti dall’esercizio della professione.

Queste situazioni vanno continuamente monitorate, sia in via preventiva, per elevare la consapevolezza previdenziale di questi nostri colleghi, sia per evitare che le posizioni debitorie si consolidino e che l’ente debba distogliere risorse interne e impegnarle in azioni di recupero. Il tutto senza che l’azione dell’ente vada, in ultima analisi, a danno dell’iscritto e del suo assegno pensionistico.

Pertanto è necessario sviluppare ogni sinergia possibile con gli Ordini territoriali per rafforzare un rapporto che porti al coinvolgimento anche di questi iscritti alla vita dell’ente. La previdenza è entrata nella nostra Categoria con le caratteristiche perentorie dell’obbligatorietà e con la severità del metodo contributivo. L’ente ha dirottato importanti risorse sui montanti previdenziali e sull’assistenza, ma ci rendiamo conto che in alcune situazioni anche questo sforzo può essere insufficiente.

Dobbiamo evitare che anche nella nostra comunità nasca e cresca un clima in cui i meno fortunati non si sentano sufficientemente protetti e percepiscano l’ente come un soggetto estraneo alla loro vita professionale.

Queste le azioni da proporre fin dai primi mesi, muovendo anche dalla drammatica situazione che stiamo vivendo nello scacchiere internazionale.

  • Monitoraggio permanente della situazione dei pensionati attivi e non più attivi;

  • Monitoraggio permanente della situazione degli iscritti con i redditi più bassi;

  • Rafforzamento dei rapporti sinergici con gli Ordini territoriali anche per intercettare le loro esigenze in termini di servizi per i loro iscritti;

  • Attivazione di processi formativi rivolti ai praticanti e ai tirocinanti, supportando i colleghi che assumeranno l’onere formativo;

  • Implementazione della flessibilità nelle modalità di pagamento dei contributi, arretrati e non, andando a verificare anche la possibilità di proporre percorsi agevolati per la regolarizzazione.

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La competenza, pilastro del programma
La competenza, pilastro del programma

La finalità istituzionale dell’ente è quella di assicurare, al maturamento dei requisiti soggettivi dell’iscritto, un trattamento pensionistico proporzionato al montante contributivo e all’età dell’iscritto stesso. In quale misura l’ente contribuisca alla “costruzione” di tale montante, attraverso la restituzione totale o parziale del contributo integrativo e grazie alle maggiori rivalutazioni garantite dai rendimenti degli investimenti, è stato detto più volte.

Accanto a questo compito,  al quale l’ente assolve sulla base della riforma pensionistica del 1995, vi è l’ambito assistenziale che permette agli iscritti di beneficiare, a fronte di comprovate situazioni di bisogno o anche solo di necessità, di provvidenze che l’ente eroga sulla base di un regolamento assistenziale.

 

Questa duplice attività che viene espletata a favore degli iscritti liberi professionisti  è resa possibile da un complesso di fattori quali il rapporto sinergico tra i vari attori dell’ente – organi istituzionali, struttura tecnico amministrativa e consulenti –, lo stretto dialogo sempre esistente tra ente, rappresentanze territoriali e iscritti e, non da ultimo, dai requisiti di competenza e di natura morale e intellettuale espressi dagli amministratori della Cassa.

Le parole chiave sulle quali poggia il programma della lista “Esperienza e continuità per crescere” non a caso sono “continuità”, “autonomia” e “solidarietà”. Sul perché consideriamo la continuità gestionale, cioè l’esperienza, un valore aggiunto per chi si accinge ad amministrare l’ente, abbiamo detto. L’”autonomia” è un altro pilastro che significa, nel concreto, per ciascun organo e per la struttura stessa, la garanzia di poter lavorare nel rispetto della normativa e dei regolamenti interni senza dover temere interferenze di sorta. Ma significa anche autonomia dell’ente nel panorama delle altre casse previdenziali e significa inoltre valorizzazione della figura del perito industriale, anche perseguendo l’eccellenza e l’attrattività dell’ente.

Una gestione trasparente, il più possibile efficace e condivisa, un orgoglio di appartenenza alla categoria, il tutto per una previdenza il più possibile sempre più adeguata e una piattaforma assistenziale che risponda ai bisogni reali degli iscritti; questi gli obiettivi della lista “Esperienza e continuità per crescere”.

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Trasparenza
Trasparenza

L’ente è e deve continuare ad essere una casa di vetro. Il primato della trasparenza che è stato riconosciuto all’ente dal Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri (La “bussola della trasparenza”) ha suggellato una politica sempre improntata alla massima apertura e dovrà entrare nella prassi amministrativa. “La bussola della trasparenza” ha riconosciuto il raggiungimento, da parte dell’ente, del 100% degli obiettivi e su questa strada bisogna continuare. Ogni collega libero professionista che affidi all’ente i suoi risparmi previdenziali, deve poter giudicare con tempestività l’operato degli organi e della struttura amministrativa e verificare se il lavoro che stanno svolgendo è conforme alle attese e ai programmi e soprattutto agli interessi suoi e della comunità di iscritti a cui appartiene.

Gli incontri sul territorio sono un patrimonio che appartiene alla storia e alla tradizione dell’Ente e valorizzarli è un obiettivo che si colloca anch’esso sul piano della trasparenza. Il rapporto sinergico, anche critico, con gli iscritti, con gli ordini territoriale, con il sindacato, con il Consiglio Nazionale non potrà che fare bene alla politica dell’Eppi e avvicinare sempre di più l’ente agli effettivi bisogni dei suoi iscritti.

 

La nostra platea di iscritti, e in particolare quella appartenente alle fasce di età più giovani, va accompagnata in un percorso di consapevolezza su qual è il metodo di calcolo nel nostro sistema previdenziale e quali sono i fattori che determineranno l’assegno pensionistico di primo pilastro di ciascuno di noi. Negli anni novanta, la riforma pensionistica introdotta nel nostro Paese, ha portato al definitivo superamento del metodo di calcolo delle pensioni c.d. “retributivo” in favore del metodo “contributivo”. Per la nostra Categoria, priva fino a quel giorno di una copertura previdenziale obbligatoria, ha voluto dire trovarsi da un giorno all’altro a fare i conti con una realtà che, soprattutto i più giovani, devono conoscere perché vi adeguino in tempo i propri comportamenti.

E’ uno degli obiettivi che si ripropongono i candidati per il Consiglio di amministrazione riuniti sotto il simbolo della lista “Esperienza e continuità per crescere

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Continuità, autonomia, solidarietà

Abbiamo alle spalle due anni profondamente segnati dalla pandemia. L’emergenza sanitaria, seguita dai provvedimenti restrittivi e dalle inevitabili ricadute economiche e finanziarie che hanno investito la quasi totalità dei settori produttivi del nostro Paese, le tensioni sociali che sono emerse e l’aumento delle diseguaglianze, sono le principali ma non le sole criticità con le quali la nostra società ha dovuto fare i conti e tuttora minacciano di acuirsi nel futuro. Inoltre, sono di queste settimane le allarmanti notizie provenienti dall’Ucraina che dispiegano scenari di guerra le cui drammatiche conseguenze non sono ancora prevedibili.

Il ruolo della governance di un ente previdenziale, soprattutto in momenti di incertezza e difficoltà come questi, è di mantenere in stabilità il sistema per poter continuare ad assicurare ai propri iscritti un assegno pensionistico sempre più adeguato e ad erogare quei provvidenze assistenziali necessari a sostenerli nei momenti di difficoltà.

Gli anni che abbiamo davanti dovranno vedere il consolidamento dei risultati ottenuti nei passati mandati e sono obiettivi che potremo raggiungere se sapremo muoverci nel solco della continuità, sotto l’egida dell’autonomia e senza mai dimenticare i vincoli della solidarietà che sono un presupposto essenziale affinché l’Ente continui ad essere un affidabile compagno di strada per tutti i suoi iscritti.

I candidati per il Consiglio di amministrazione, riuniti sotto il simbolo della lista “Esperienza e continuità per crescere” assicurano una gestione dell’ente che si ispira a questi valori, che pongono l’iscritto, con le sue necessità, i suoi bisogni e le sue aspettative in cima ad ogni strategia.

L’amministrazione dell’ente, come di ogni altro organismo rappresentativo che sia chiamato ad amministrare gli interessi di una comunità di persone, non si riduce alla sola competenza. Vogliamo offrire un programma capace di combinare politiche efficaci a un pensiero in grado di ottenere il sostegno della comunità di cui fa parte, facendo leva su principi morali e su valori intellettuali. A questi risultati abbiamo mirato in questi anni e su questa strada vogliamo continuare.

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